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sabato 14 giugno 2014

Non conventional Piadina


Oppure storia di come sia possibile cogliere l'occasione di preparare una piadina
per farsi delle serie pippe mentali.
Se anche voi come me amate complicarvi la vita per correre dietro a un'ossessione, e più che stare dietro al mondiale di calcio riuscite a malapena a stare al passo con i tarli della vostra mente, (eccezion fatta per i piadamondiali che in queste ore concorrono sulle pagine dell'MTblog!)
fermatevi un' attimo a leggere le mie paranoie vegane di questo periodo.

Affrontare un cambiamento nel proprio stile di vita, che sia in cucina, nella vita privata o semplicemente quando si capisce che la strada percorsa fino a quel momento non fa più per noi
inevitabilmente mette alla prova le nostre capacità di adattamento e risposta al cambiamento,
deciso e ricercato o più spesso subito.
Per quanto sia difficile, per quanto ci si opponga,
(non sempre siamo pronti, carichi e scattanti al via, anche se siamo consapevoli che cambiare alcune abitudini negative possa determinare un miglioramento del nostro benessere fisico e psicologico)
il cambiamento porta con sé una conseguenza positiva non prevista:
ci fa usare il cervello.

Questa piadina è proprio il frutto di uno scervellamento messo in atto per rendere una ricetta classica, completamente vegana e quindi niente strutto nell'impasto e niente carne o pesce nel ripieno...
e poi diciamoci la verità, usare una bella fetta di mortazza o di pancetta...
non mi avrebbe reso le cose troppo semplici?

Ringrazio Tiziana e la brigata dell' MTChallenge
di offrirmi sempre nuovi spunti per sfidare me stessa.


Per l'impasto della piadina:

500g farina 00
125g acqua
125g latte di mandorla
100g burro di cocco
15g lievito istantaneo
10g sale
1 pizzico di bicarbonato

Ho sostituito i derivati di origine animale con la stessa quantità di prodotti di origine vegetale, e lasciando inalterate le proporzioni della ricetta proposta da Tiziana.

Procedimento:
Disporre la farina a fontana, fare un buco al centro in cui versare gli elementi solidi e impastare aggiungendo acqua e latte un po' alla volta.
Riposare l'impasto per 48h in frigo (necessariamente vista la temperatura)

Cottura:
ritagliare delle palline di impasto ( a me sono venute circa 8 palline )
e stendere ad uno spessore di 2-3 mm
cuocere sulla padella ( io ne ho una senza bordi dal diametro di 32 )
 [o se volete fare prima usate due padelle insieme,
esperienza da provare almeno una volta nella vita :)]
calda ma non bollente e rigirarle quando la pasta è ancora bianca, leggermente dorata,
altrimenti si seccano e non riuscirete ad arrotolarle.


Tofu Marinato:

200g di tofu
3 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di acqua
1 peperoncino
1 spicchio di aglio

Affettare il tofu in pezzi spessi mezzo centimetro, e porli per almeno 30 minuti nella marinata di salsa di soia.
Disporli in una padella calda e cuocere da entrambi i lati finché non fanno una crosticina e risultano dorati.
Se desiderate, potete aggiungere un filo di olio extra-vergine di oliva a fine cottura.

Carote Agrodolci:

4 carote
1 cucchiaio di zucchero di palma
1 cucchiaio di aceto
1cucchiaio di salsa di soia

Lavare accuratamente le carote, poi tagliarle in piccoli pezzi e sottoporle al una breve precottura in pentola, solo con acqua, ne sono sufficienti due dita sul fondo della pentola, appena si ammorbidiscono e l'acqua evapora, aggiungere il condimento e finire la cottura finché non risulta totalmente assorbito.
Anche qui, olio evo facoltativo.


Hummus di ceci:

200g ceci precotti
1 cucchiaio di tahin
succo di mezzo limone
olio evo qb
sale
pepe
coriandolo in semi
polvere di curry
curcuma
1 spicchio di aglio
peperoncino

Date una spimerata alle spezie insieme a olio e limone prima di aggiungere i ceci, poi continuare a spimerare finché non si ottiene una consistenza liscia e vellutata.
Per la quantità di spezie bisogna regolarsi al gusto personale, attualmente, io ne utilizzo circa un cucchiaio in totale.
A volte la consistenza viene più moscia,  quando ciò accade aggiungo una mollica di pane nel mixer, che agisce come fattore di consistenza ma non intacca il gusto. 

Note:
L'impasto è riuscito perfettamente, grazie alle utilissime info di Tiziana, io ho modificato solo la quantità di lievito, in quanto ho usato una sola bustina per il doppio di impasto, e ho scelto il lungo riposo (48h) in frigo.
Per la cottura ci si deve fare un po' la mano, all'inizio le ho cotte troppo, e si sono seccate, poi ho capito che la padella deve essere calda ma non bollente e le piade vanno rigirate quando sono appena  dorate. Cmq anche la versione croccante è stata spazzolata in fretta, e utilizzata come un crostino come accompagnamento all'hummus.



8 commenti:

  1. Carissima Giulia, io rispetto le scelte di tutti, ma confesso che a voi vegani non vi capisco proprio! Mi sembra proprio un bel sistema per complicarsi la vita. Sì sì, carne e derivati si possono sostituire, ma non mi sembra sempre così facile e neanche tanto economico! Detto questo (ma lungi da me ogni intenzione polemica), le tue piadine mi sembrano molto originali e appetitose! Un abbraccio

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    1. Ciao Andrea! io attacco brighe spesso e volentieri con tutti..specie con chi ai miei occhi manca di coerenza ed esprime giudizi in base al proprio comodo...e come puoi ben immaginare accade spesso, allo stesso tempo però mi riservo il diritto all'incoerenza, per questo è giusto precisare che non sono vegana, mi piace pensare di avere anche questa possibilità gastronomica, ma non potrei mai rinunciare ad un alimento in particolare : le uova!

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  2. Giulia, cambiare abitudini, stile di vita, modo di pensare, ragionare non e' mai un percorso facile...anche in cucina...pero devo dire che hai superato la prova a pienissimi voti! brava

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    1. L'intento era proprio quello di mettere in luce questo aspetto, ovvero che cambiare abitudini è difficile, e non sempre ci riusciamo, anche quando siamo consapevoli che portebbe ad un miglioramento della nostra vita, un es è rappresentato dal fumo, ma vale per tutto!

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  3. Sono una persona che pensa tantissimo, a volte anche troppo e corro sempre dietro alle mie paranoie quindi ti capisco. Certe scelte sono difficili e riescono solo se uno ha una forte motivazione come credo tu abbia per aver fatto quella del diventare vegana, quindi complimenti!! Detto ciò mi complimento per le modifiche che hai fatto alla piadina, certo che il latte di mandorle deve aver dato un sapore particolare e il burro di cocco sinceramente è la prima volta che lo sento!! Per la cottura sono contenta che tu abbia capito "l'inghippo" bisogna farci un pochino l'occhio e il rischio è proprio quello di seccare la piadina che, diciamolo, ogni tanto a me un pochino secchina piace!! Ottima la tua interpretazione vegana, mi piace l'hummus bello speziato, il tofu che prende carattere con la marinatura nella salsa di soia e il tocco agrodolce, il mio debole!!! grazie Giulia!!!!

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    1. E' bello giocare con le cose, pensare, provare, sbagliare, ricominciare..ho scelto di esprimere un punto di vista diverso per questa sfida...e trovo che avere la possibilità di sperimentare con alimenti "diversi" incontri il mio gusto personale, che negli ultimi tempi si è diretto verso la leggerezza più che verso il carico di sapori, allo stesso tempo sono consapevole che non tutti siano dello stesso parere, è giusto rispettare ogni punto di vista, anche se poi si sceglie di agire in modo diverso. Il burro di cocco lo puoi trovare sia nei negozi biologici che dall'indiano dietro casa :) la differenza tra i due è nel profumo, il primo ha un leggero odore di cocco, e io lo utilizzo per esempio per mantecare a fine cottura, altrimenti si sciupa, il secondo è completamente deodorizzato e lo puoi utilizzare sia come sostituto del burro che dell'olio, in realtà si tratta di un'olio di media pesantezza che solidifica a bassa temperatura, per cui d'estate tende ad essere in forma parzialmente fusa e in inverno sembra proprio burro.

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  4. Penso e studio tantissimo e coi vegani faccio delle litigate memorabili. Ma poi ci sono le eccezioni, come quelle che leggo sul tuo blog. Che mi incuriosiscono e mi intrigano, perchè non vanno nella direzione della mortificazione (del palato, ma anche del piacere di cucinare), ma prendono semmai il senso opposto. Il non conventional ci sta tutto- ed è un grandissimo pregio, per una ricetta che non rinuncia (al gusto, alla sperimentazione, alla soddisfazione per il risultato) ma al contrario esalta Compiimenti!

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    1. Ale sono assolutamente convinta che tu, come tutti i partecipanti all'MTC studino e pensino moltissimo a cosa mettono nel piatto, la mia era più una considerazione generale sul cambiamento, che ci spinge a tirare fuori risorse che magari non avevamo considerato. Io solitamente mangio molto pulito, nel senso che mangio alimenti freschi con pochi grassi e sto attenta ai carboidrati e alla cose di provenienza incerta :) però anche se preparo l'insalata penso ad un arcobaleno nel piatto, ovvero ai colori ai sapori e a cosa può valorizzare anche la semplicità di un pomodoro. Ai vegani riconosco la superiorità etica, ma non so se sarei capace di mantere la stessa filosofia :)

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